
Seminario: Integrazione multisensoriale e interazione sensoriale durante lo sviluppo: dalla scienza alla tecnologia
Mercoledì 25 giugno 2025 – h 10.30
Aula magna, COSPECS
Interventi:
Dalla scienza alla tecnologia - Monica Gori
La capacità di un organismo di relazionarsi con il mondo esterno dipende dalla sua abilità nel processare e interpretare correttamente le informazioni provenienti dall’ambiente. Per esempio, quando siamo per strada, la vista ci aiuta a capire dove andare o dove si trovano gli oggetti di interesse, ma anche l’udito ci fornisce informazioni importanti, come se stia arrivando un’auto o se ci sono persone intorno a noi. Queste operazioni apparentemente semplici sono il risultato di processi complessi di elaborazione delle informazioni sensoriali. Tuttavia, anche se disponiamo di molte modalità sensoriali, abbiamo un solo cervello per integrare questi segnali.
L’integrazione multisensoriale è un processo fondamentale che rende la percezione qualcosa di più della semplice somma delle sue parti, migliorando il tempo di reazione, la precisione e l’accuratezza delle risposte. I meccanismi che stanno alla base dello sviluppo multisensoriale non sono ancora completamente chiari. Negli ultimi anni, abbiamo evidenziato l’importanza dell’interazione sensoriale nel sostenere i processi di integrazione multisensoriale. I nostri studi mostrano come la modalità visiva sia cruciale nello sviluppo dell’integrazione tra informazioni uditive e tattili. In assenza della vista, le rappresentazioni dello spazio uditivo e del corpo risultano alterate, rendendo l’integrazione tra i sensi, in alcuni casi, impossibile o ridotta nei bambini ciechi rispetto ai coetanei vedenti.
Pertanto, l’interazione sensoriale rappresenta uno dei pilastri dello sviluppo multisensoriale. La stretta connessione tra interazione sensoriale e sviluppo multisensoriale offre un modello per comprendere i principi che stanno alla base della nostra capacità di apprendere a interagire in un ambiente multisensoriale e di sviluppare tecnologie basate sulla scienza per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità sensoriali.
Monica Gori ha studiato arte, neuroscienze cognitive e ha conseguito un dottorato in tecnologie umanoidi. È Principal Investigator dell’Unit for Visually Impaired People (U-VIP) dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). Il suo laboratorio è composto da 35 ricercatori (metà neuroscienziati cognitivi e metà ingegneri). Uno dei suoi lavori è stato incluso nella Faculty of 1000 (Gori et al., Curr Biol, 2008). Nel 2012 ha vinto il premio TR35 italiano, nel 2020 un ERC STG e nel 2022 un ERC PoC. A febbraio è stata indicata come scienziata del mese su Current Biology.
Applicazioni pratiche e sviluppo di dispositivi - Alberto Parmiggiani
Le nuove tecnologie per l’inclusione richiedono una forte interdisciplinarità, coinvolgendo competenze provenienti da ambiti molto diversi. Un esempio significativo è rappresentato dal campo della multisensorialità e delle tecnologie inclusive.
Mentre la generazione di stimoli visivi e uditivi può essere gestita efficacemente tramite l’uso del computer, la creazione di stimolazioni tattili e aptiche richiede lo sviluppo di soluzioni più avanzate che integrino funzionalità elettroniche e meccaniche.
In particolare, nel lato meccanico di questi sistemi si sono visti negli ultimi anni importanti evoluzioni grazie all’adozione di nuove tecnologie come la stampa 3D e l'introduzione nuove soluzioni accessibili ed economiche per l'attuazione robotica/aptica.
Negli ultimi anni, il nostro gruppo ha collaborato con neuroscienziati, insegnanti e terapisti della riabilitazione nell'ambito di diversi progetti per sviluppare soluzioni tecnologiche innovative, pensate per l’ambito educativo e riabilitativo.
Alcuni dei progetti realizzati includono: 1) ROMAT, un robot in grado di fornire stimoli tattili e visivi; 2) Mappe tattili, per l’esplorazione multisensoriale da usare in contesti educativi 3) un robot per l’interazione aptica per applicazioni videoludiche e 4) una parete da arrampicata pensata per attività inclusive.
Nel mio intervento parlerò di questi e altri dispositivi, mostrando come la sinergia tra meccanica, neuroscienze e tecnologie inclusive possa generare soluzioni utili per l’educazione e la riabilitazione.
Breve Bio
Alberto Parmiggiani si è laureato con lode in Ingegneria Meccanica presso l'Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia nel 2006. Ha conseguito il dottorato di ricerca presso l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, concentrandosi sullo sviluppo hardware del robot umanoide iCub. Dopo il dottorato, ha proseguito il suo percorso professionale lavorando ai progetti iCub ed R1 come responsabile dell'hardware, prima come ricercatore postdoc e successivamente come tecnologo di ricerca. Dal 2019 coordina l'unità di progettazione e costruzione prototipi dell’IIT. I suoi interessi includono la meccatronica, la robotica, la fabbricazione additiva, la fabbricazione digitale, i meccanismi flessibili. Il suo lavoro è caratterizzato da una forte passione per la creazione di meccanismi ad alte prestazioni con design semplici ma efficienti.