Da una ventina d'anni le scienze storico-sociali sono diffusamente sollecitate dagli sviluppi e dall'accessibilità della cartografia digitale nota con l'acronimo inglese (GIS- geographic information system). L'aggancio di proprietà sociali punti, Iinee o poligoni disegnati su una superfice consente di "mappare" in senso metaforico i fenomeni più disparati (dalla rendita urbana alla stratificazione dei redditi, dai furti alle traiettorie residenziali, dal dilagare di un'epidemia agli itinerari casa-lavoro...). Soprattutto, permette di intrecciare diversi strati (layers) che incidono su un contesto e di accedere a una dimensione più realistica delle dinamiche sociali o del rapporto fra uomo e natura. Da premessa o risultato, la mappa diviene "strumento" di conoscenza, a patto di esercitare una continua sorveglianza epistemologica sui processi di costruzione dell'oggetto e delta sua analisi, anche per evitare la loro autonomizzazione tecnicistico-descrittiva e invece ricondurli costantemente a "problemi" e "interpretazioni . II caso del progetto di un GIS storico mostra eccezionali potenzialità dello strumento, ma anche costi(di tempo e risorse), le contraddizioni e le incertezze che comporta la sua realizzazione.
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